domenica 3 agosto 2008

Ed è più che mai il 28 giugno




Bologna orgogliosa festeggia il Gay Pride

Il 28 giugno è il giorno del Gay Pride; rappresenta una data importante perchè ricorda gli scontri di “Stonewall”, in quella notte del 27 giugno 1969 in cui la polizia fece irruzione in un bar gay di New York, lo “Stonewall Inn”. Le incursioni della polizia nei bar gay e nei night club in quegli anni non erano una novità, ma qualcosa stava crescendo, nel frattempo il movimento gay assumeva una connotazione inedita, era più forte, forte di una consapevolezza inguaribilmente politica e di un senso di comunità e di appartenenza oramai irreversibile. Nessuno si sarebbe più lasciato calpestare, fu una vera e propria rivolta, una prima cosciente rivendicazione di diritti vissuta come comunità. Nasceva allora la consapevolezza politica di quella lotta, di un movimento che instancabile viveva il significato dalla parola uguaglianza, e da allora ne avrebbe domandato risposte concrete all'interno della società civile. L'anno successivo il Gay Liberation Front organizzò una marcia cui parteciparono dai 5000 ai 10000 uomini e donne e da allora in quella data si organizzano marce in tutto il mondo per festeggiare l'Orgoglio Gay, ricordando la forza spirituale e il coraggio di quella che può legittimamente definirsi minoranza oppressa. L'episodio di “Stonewall” rappresenta a pieno titolo il movimento di liberazione omosessuale; da allora il 28 giugno è stato eletto come giornata mondiale dell'orgoglio gay lesbico bisessuale e transessuale, Gay Pride. Quest'anno è Bologna ad ospitare il Pride, come 13 anni fa. Molte cose sono cambiate da allora, ma la città di Bologna è ancora il punto di riferimento della comunità glbt italiana, sede di numerose associazioni, movimenti e gruppi dotati di un'identità propria, forti di quella maturità che deriva da anni di lotta, di forza, di cambiamento. Diverse le voci, unico il coraggio. Un minuto di silenzio ricorda le vittime dell'omofobia più violenta che affligge il nostro paese, di cui 14 le vittime di omocidi a sfondo d'odio negli ultimi due anni, senza contare gli innumerevoli stupri, le violenze, le aggressioni, i suicidi, gli attacchi dal mondo delle istituzioni e delle autorità religiose, la negazione dei diritti fondamentali. La violenza più grave, ancora oggi è il peso della condanna sociale, dell'etichetta discriminatoria imposta sugli omosessuali ed i transessuali nei luoghi del quotidiano,nelle città, nei luoghi di lavoro, e ciò che è più grave nelle famiglie. É questa condanna che paralizza e mortifica la democrazia, nelle sue forme esteriori più sottili, nelle sue minacce implicite o esplicite; la paura di perdere il posto di lavoro, l'affetto degli amici e delle persone più care relega gli omosessuali ed i transessuali al silenzio, all'autocensura, di questa paura si fa gioco perchè si sente voce forte di quel silenzio imposto con l'inganno. Non mi sento di condannare gli omosessuali ed i transessuali che oggi non sono qui perchè hanno paura di essere riconosciuti in televisione, afferma Vladimir Luxuria, e ringrazio quanti sono qui a dar loro voce, forza e coraggio. Piazza Otto Agosto gremita di gente, ha sollevato la sua voce di gioia, inguaribilmente orgogliosa di avere coraggio.

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