martedì 4 dicembre 2007

GRUPPO EVERYONE: "ABBIAMO POCHE ORE PER SALVARE LA VITA A MAKWAN"


COMUNICATO STAMPA

4 dicembre 2007

IRAN, GIOVANISSIMO GAY A MORTE

GRUPPO EVERYONE: “ABBIAMO POCHE ORE PER SALVARE LA VITA A MAKWAN”

AL VENTUNENNE OMOSESSUALE ERA STATA SOSPESA LA SENTENZA DI MORTE DUE

SETTIMANE FA, DOPO LA CAMPAGNA INTERNAZIONALE “FIORI PER LA VITA IN

IRAN” CONDOTTA DA EVERYONE. IL CASO E’ STATO PERO’ RIESAMINATO DAI

GIUDICI IRANIANI E LA CONDANNA CONVALIDATA. L’ESECUZIONE E’ FISSATA A

GIORNI. L’APPELLO STRAZIANTE DELLA FAMIGLIA: “SALVATE IL NOSTRO

MAKWAN”

IL GRUPPO EVERYONE CHIEDE L’INTERVENTO IMMEDIATO DEL GOVERNO ITALIANO

E DEL PARLAMENTO EUROPEO, NONCHE’ DI TUTTA LA SOCIETA’ CIVILE, E

LANCIA LA CAMPAGNA “CUORI PER LA VITA DI MAKWAN”

Makwan Moloudzadeh ha ventun anni (è nato il 31 marzo 1986) ed è stato

condannato a morte per il reato di “lavat” (letteralmente, sodomia)

secondo il Codice Penale iraniano, che prevede la pena capitale.

Stando alla motivazione addotta dal Governo Iraniano, il giovane,

all’età di 13 anni, avrebbe intrattenuto rapporti sessuali con un

altro ragazzo.

Makwan, che era stato oggetto della campagna internazionale “Fiori per

la vita in Iran” lanciata dal Gruppo EveryOne (www.everyonegroup. com)

– con centinaia di rose bianche e rosse inviate al presidente

Ahmadinejad e la mobilitazione del mondo islamico liberale e

progressista –, aveva ottenuto, il 15 novembre scorso, la sospensione

della sentenza di morte dal capo del Dipartimento di Giustizia

iraniano, l’Ayatollah Seyed Mahmoud Hashemi Shahrudi. Il giudice aveva

definito la sentenza – emessa in prima istanza il 7 giugno scorso

dalla prima camera del tribunale penale di Kermanshah, nell’Iran

dell’ovest, e successivamente confermata l’1 agosto – “una violazione

dei precetti islamici e delle leggi morali terrene”.

Nella serata di oggi 3 dicembre la famiglia di Makwan ha contattato

telefonicamente Ahmad Rafat, giornalista di AKI – ADN Kronos

International e membro del Gruppo EveryOne, dando l’allarme: il caso

di Makwan è stato riesaminato dall’Autorità Giudiziaria di Teheran, e

ieri, domenica 2 dicembre, è arrivata la drammatica sentenza presso il

carcere di Kermanshah, dove il giovane è detenuto da tempo.

“E’ necessaria un’azione internazionale di protesta immediata, che

coinvolga il Governo Italiano, il Parlamento Europeo e tutta la

società civile. Dobbiamo far sentire in Iran le nostre voci e chiedere

che Makwan viva. Makwan è innocente e la colpa per cui è stato

condannato è la sua omosessualità “. E’ l’appello lanciato da Roberto

Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau, i leader del Gruppo EveryOne,

che si è battuto, nei mesi scorsi, per impedire la deportazione dal

Regno Unito della lesbica iraniana Pegah Emambakhsh. “Abbiamo sperato

che l’Iran avesse mostrato compassione per Makwan” continuano “ma la

campagna per la vita di Makwan condotta da migliaia di attivisti GLBT

in tutto il mondo è rimasta inascoltata. Ci si stupisce inoltre di

come qualcuno, anche sulla stampa internazionale, abbia definito

‘child offender’ Makwan, che era egli stesso un bambino quando amò un

coetaneo.”

“I familiari di Makwan sono sconvolti” afferma Ahmad Rafat di

EveryOne. “Da oggi, ogni giorno potrebbe essere l’ultimo, per Makwan,

perché i giudici iraniani comunicano alla famiglia il luogo e il

momento del’esecuzione solo la sera prima della stessa.”

Il Gruppo EveryOne chiede a tutti di inviare cartoline, lettere ed

e-mail al Ministro della Giustizia e al Presidente dell’Iran. Su ogni

cartolina va disegnato un cuore e scritto “Noi amiamo Makwan. Makwan è

innocente e deve vivere”. Una campagna d’amore, quella rilanciata da

EveryOne, perché in Iran chi ama in modo diverso – i gay e le lesbiche

– è considerato un criminale e subisce le pene più terribili, fino a

quella di morte.

“Abbiamo pochissimo tempo” concludono i leader di EveryOne Malini,

Pegoraro e Picciau. “Agite subito, chiedete ad amici e conoscenti di

inviare alle autorità iraniane quante più lettere e cartoline

possibile, perché i giudici e il presidente della Repubblica Islamica

devono sapere che uccidono un innocente, che ogni anno imprigionano,

torturano e uccidono migliaia di innocenti.”

Per il Gruppo EveryOne : Roberto Malini, Matteo Pegoraro, Dario

Picciau, Ahmad Rafat, Glenys Robinson, Arsham Parsi, Christos

Papaioannou, Steed Gamero, Fabio Patronelli, Laura Todisco, Alessandro

Matta

Per maggiori informazioni:

Gruppo EveryOne

(+ 39) 334-8429527

www.everyonegroup. com :: info@everyonegroup. com

Ecco a chi inviare cartoline, lettere, fax ed e-mail:

Head of the Judiciary

His Excellency Ayatollah Mahmoud Hashemi Shahroudi

Ministry of Justice, Panzdah Khordad (Ark) Square, Tehran, Islamic

Republic of Iran

Email: info@dadgostary- tehran.ir

(In the subject line: FAO Ayatollah Shahroudi)

Fax: 011 98 21 3390 4986

(If the call is not answered first time, please keep trying. When it

is answered, say “fax please”.)

Leader of the Islamic Republic

His Excellency Ayatollah Sayed Ali Khamenei, The Office of the Supreme

Leader Islamic Republic Shahid Keshvar Doust Street, Tehran, Islamic

Republic of Iran

Email: info@leader. ir

President His Excellency Mahmoud Ahmadinejad – The Presidency

Palestine Avenue, Azerbaijan Intersection, Tehran, Islamic Republic of Iran

Fax: 011 98 21 6 649 5880

Email: dr-ahmadinejad@ president. ir

E-mail: via web: http://www.presiden t.ir/email/

Speaker of Parliament

His Excellency Gholamali Haddad Adel Majles-e Shoura-ye Eslami

Baharestan Square, Tehran, Islamic Republic of Iran

Fax: 011 98 21 3355 6408

Email: hadadadel@majlis. ir

Presidente del Majlis-e Shoura-e Islami (Assemblea consultiva islamica):

hadadadel@majlis. ir

Embassy of Iran in UK

info@iran-embassy. org.uk

Ambassy of Iran in Turkey

Tehran Street, No.10 Davaklidere, Ankara - Turkey P.O.Box: 33

Fax +90-312 4632823

Email: iranembassy@ hotmail.com e info@iran-embassy. org.uk

Ambasciata Iran in Italia

Via Nomentana, 361-363

00162 Roma (RM)

Fax. 06 86328492

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