Il Nicaragua è uno dei pochi paesi dell’America Latina che criminalizza i rapporti fra persone dello stesso sesso.
L’11 giugno del 1992 l’Assemblea nazionale nicaraguense approvò una serie di emendamenti al codice penale riguardanti le “offese sessuali”. Nello specifico l’articolo 204 prevede che “chiunque induca, promuova, propagandi o pratichi in forme vergognose rapporti sessuali fra persone dello stesso sesso commette il crimine di sodomia e può incorrere in una pena detentiva variabile da uno a tre anni”.
L’articolo 204 contraddice numerosi provvedimenti del diritto umanitario internazionale.
Nel novembre del 1992 una coalizione conosciuta con il nome di “Campaign for Sexuality without Prejudice”, composta fra gli altri da avvocati e attivisti gay e lesbiche, presentò un appello alla Corte suprema di Giustizia chiedendo di rigettare la legge definita incostituzionale.
La coalizione sosteneva che l’articolo 204 ne violava 12 della Costituzione del Nicaragua incluso il diritto alla privacy, alla libertà di espressione e alla non discriminazione di fronte alla legge.
Nel marzo del 1994 la Corte suprema respinse l’appello sostenendo che l’articolo 204 non violava nessuno dei diritti garantiti dalla Costituzione.
Amnesty International non è a conoscenza di accuse e procedimenti giudiziari causati dall’applicazione dell’articolo 204, in ogni caso, si ritiene che questo potrebbe criminalizzare non solo le persone lesbiche, gay, bisessuali e transessuali (Lgbt), ma anche coloro che svolgono attività in favore dei loro diritti o di coloro che forniscono consulenza medica.
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lunedì 24 settembre 2007
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