mercoledì 12 settembre 2007

PEGAH EMAMBAKHSH è LIBERA: FORMICHE 1 CATTIVI 0


Scritto da Elisa Arduini su http://www.secondoprotocollo.org
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mercoledì 12 settembre 2007

Pegah Emambakhsh è finalmente libera. E’ una importante vittoria per il movimento di difesa dei diritti umani, una vittoria che non può essere isolata ma che deve diventare il trampolino di lancio per tante altre iniziative.
Parafrasando Roberto Malini del gruppo EveryOne, da oggi l’11 settembre non verrà più ricordato solo per gli attentati alle torri gemelle, ma anche per una grande vittoria dei diritti sull’estremismo e sulla cultura bieca dell’odio e della discriminazione. Pegah Emambakhsh, la cittadina iraniana scappata in Inghilterra per sfuggire a una condanna a morte per omosessualità è stata rilasciata dal Yarls Wood Immigration Removal Centre di Clapham e si trova a casa di amici. Il suo status passa da quello di immigrata clandestina a quello di rifugiata.
E’ una grande vittoria del movimento per i diritti umani che si è mobilitato in massa per difendere il diritto di Pegah ad essere se stessa, per difendere il suo diritto alla vita ma soprattutto per difendere un diritto, quello di essere omosessuale, che troppe volte viene calpestato nel mondo con la complicità attiva o passiva di apparati religiosi che inculcano nella gente odio e risentimento verso tutto ciò che è diverso.
La storia di Pegah dimostra come tante piccole formichine unite per un solo scopo riescano a sovvertire i piani dei potenti, senza violenza ma con un attivismo serio basato sulle leggi internazionali e tanta, tanta buona volontà. Siamo fieri, noi di secondoprotocolo.org, di aver partecipato a questa lotta, di aver lavorato per ore e ore a fianco dei ragazzi del Gruppo EveryOne in cerca di leggi, di iniziative, di aver passato notti intere al computer per creare un semplice form oppure per cercare di sapere dove fosse Pegah in quel momento.
E si perché abbiamo attraversato momenti di buio in questi giorni, momenti nei quali abbiamo disperato di poterla salvare, durante i quali tutte le informazioni ci venivano negate. Abbiamo tartassato di telefonate, e-mail e messaggi almeno una decina di ministeri, parlato con personaggi politici, con giornali, con linee aeree, minacciato boicottaggi.
I ragazzi del Gruppo EveryOne guidato da Roberto Malini, Dario Picciau e Matteo Pegoraro sono stati fantastici, hanno organizzato una iniziativa, “Flowers for Pegah”, che ha portato nel carcere dove Pegah era detenuta qualcosa come 30.000 mazzi di fiori, mettendo in crisi l’intero apparato detentivo inglese. Insieme abbiamo intaccato il sistema quando abbiamo proposto all’Italia di accogliere Pegah, una richiesta appoggiata da migliaia di firme e che non poteva essere sottovalutata. Ed è stato il sistema che, rivedendosi, ci ha dato ragione.
Ecco, con Pegah tutti noi abbiamo dimostrato che il sistema si può cambiare in meglio ma che per farlo bisogna lottare duramente, che non bastano le dichiarazioni di principio ma sono necessarie azioni di attivismo serie e coordinate.
Ora in tanti saliranno sul carro dei vincitori, in tanti si vanteranno di aver contribuito a che Pegah venisse liberata ma, ne’ a noi ne’ ai ragazzi del Gruppo EveryOne ce ne importa niente, torneremo a lavorare in silenzio perché la lotta continua, perché di casi di abusi ce ne sono ancora tantissimi. Per questo, per far capire di che tipo di persone sto parlando voglio riportare una frase di Salvatore (che spero mi perdonerà per questo): “il massimo che un gruppo di attivisti può ottenere è proprio questo: che una massa di sciagurati miliardari faccia finta di interessarsi della vita di una persona che per loro semplicemente non esiste. Spero che arrivino presto altri "avvoltoi": in questo caso sarà un segno di vita e non di morte. Gli avvoltoi umani agiscono così: ove torna una speranza di vita e di successo arrivano loro”.
Ora non ci fermiamo, altri attendono da noi un aiuto concreto e come tante laboriose formiche torneremo a lavorare ore e ore su trattati e leggi. Torneremo a scassare i politici, a inviare mail, a telefonare a tutti. In molti ci odieranno per questo, qualcuno cercherà di fermarci, ma è il rovescio della medaglia quello di farsi tanti nemici in questo lavoro. Speriamo che sia vero quel detto: tanti nemici, tanto onore. Intanto godiamoci questa vittoria insieme ai nostri cari amici del Gruppo EveryOne con i quali continueremo a lottare, a cercare di sovvertire pacificamente i sistemi che non funzionano, quei sistemi che troppo spesso calpestano i diritti anche solo con l’indifferenza. Avanti formiche, al lavoro.
Elisa Arduini

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