lunedì 3 settembre 2007

Quando la pubblicità coniuga brillantemente illogicità, situazioni pericolose e stereotipi sessisti: Coca Cola Zero

articolo di Monica Amici


Vediamo insieme lo spot. (http://www.youtube.com/watch?v=LW6iknsae-g)
Il protagonista, giovane maschio ventenne, osservando la sua Coca Cola Zero resta letteralmente folgorato da una faticosa (a giudicare dall’espressione corrugata dell’arcata sopraccigliare cui Lombroso avrebbe dedicato più di qualche pagina) conclusione logica; l’apparentemente logica deduzione che il giovane scopre è che se esiste la Coca Cola Zero, gusto Coca Cola e zero zucchero, allora vuol dire che si può "avere tutto dalla vita" e giù esempi di alto spessore: andare a letto tardi e svegliarsi ancora più tardi, trovare lavoro come bagnino in una spiaggia di nudiste, ecc..
In quello “avere tutto dalla vita”, e dagli edificanti esempi a conforto, si comprende con facilità che il nostro eroe intenda un avere tutto senza prezzo, senza controindicazioni, senza svantaggi: e basterebbe già questo a classificare il messaggio non tra quelli educativi e costruttivi.
Ma lo spot prosegue con il nostro folgorato ventenne che, in un tripudio di folla spuntata dal nulla, si arrampica sul tetto dell'autobus, bravata che speriamo non trovi i soliti imitatori, per gridare a pieni polmoni un altro meraviglioso esempio di cosa significhi avere tutto dalla vita: -"come avere una fidanzata che ama il calcio e non dice mai di no!!"-.
Va riportato che la parola CALCIO nello spot è così mal pronunciata che in molti sulla rete si stanno interrogando su cosa il protagonista abbia realmente detto se calzio, piuttosto che calzo, o altro ancora che inizia per ca.. e finisce per o e lascio alla vostra immaginazione completare.
Addirittura si mormora di una doppia versione dello spot: prima e dopo una presunta cura censoria.
Comunque, al termine della rivelazione sul tipo di donna che il belloccio aspira ad avere al suo fianco, l'autobus frena e lui precipita di sotto, in uno specchio d'acqua da cui si alza illeso gridando di stare bene, anzi BENISSIMO. Brandisce in alto la sua bottiglietta, “intatta”, di Coca Cola, a simboleggiare la vittoria come i grandi condottieri di un tempo con le spade, e con l’altro braccio a riprodurre il gesto tipico invece dei campioni di oggi, flettendolo indietro rapidamente a pugno chiuso, quale felice connubio di simbologia antica e moderna!
La bottiglietta intatta ovviamente ribadisce le sue proprietà miracolose questa volta manifestatesi nella cura istantanea di qualunque frattura il folgorato si sia potuto procurare; una specie di moderno scudo protettivo a prova di …di … scusate ma non trovo la parola adatta.
Dopo la visione non ho potuto non pormi alcuni interrogativi che sottopongo anche a voi.
1. Qualcuno ha letto cosa contenga una Coca Cola Zero?
Come può l'essere zeppa di sostanze chimiche quali aspartame, acesulfame K, acidificante acido fosforico, aromi non meglio precisati, citrato trisodico e caffeina essere esattamente un piacere a costo zero? Ammesso che questi elementi non siano cancerogeni resta sempre il fatto che la loro miscela è comunque un eccitante ed un potente corrosivo, almeno della ruggine, e pur non essendo una minaccia per la linea rappresenta comunque un costo, sotto altri aspetti.
2. Qualcuno mi sa spiegare perché il sogno segreto di un uomo giovane e belloccio dovrebbe essere quello di avere al fianco una fidanzata che ami il calcio e non dica mai di no? Non avrà piuttosto bisogno di una bambola gonfiabile da portarsi ogni tanto allo stadio a vedere le partite?
3. I maschi ventenni bellocci non vengono così indotti a ritenere che la massima aspirazione in un rapporto con una donna sia proprio che questa ami ciò che ami tu e dica sempre di sì, ritrovandosi poi impreparati a gestire rapporti reali, con persone reali, e frustati dall'aspirazione ad un'idealizzazione inesistente ma continuamente riproposta nei media?
4. Di contro perché una giovane ragazza dovrebbe pensare che per piacere al ventenne belloccio folgorato dovrebbe dire sempre di sì? Come spiegano i genitori italiani alle figlie che quel genere di uomini sono finti, e se esistono in via d'estinzione, almeno mi auguro, così come il genere di donne cui dicono di aspirare, irreali come immagini olografiche, quando, ovunque, il messaggio che viene loro inviato è il contrario?
5. C'è una correlazione tra quest'esplosione di stereotipi sessisti su giornali e pubblicità ed i sempre più frequenti fenomeni di violenza nei confronti delle donne, quelle reali intendo, quelle che potrebbero avere il più che legittimo desiderio di dire di no al belloccio di turno, nonché ad avere dei gusti personali non necessariamente ricalcati su quelli di lui?
6. E per finire speriamo che il comportamento azzardato ed incosciente del nostro eroe, il salire su un autobus in corsa, non trovi alcun imitatore ad inaugurare una nuova tendenza giovanile!

Qualcuno ha indicazioni su come e a chi denunciare tutto ciò per far togliere quella pubblicità dal mercato?

Monica Amici

3 commenti:

Wedhro ha detto...

Mi sembra azzardato accostare gli stereotipi sessisti pubblicitari all'aumento dei casi di violenza sessuale (ma sono veramente in aumento? NB: domanda non retorica). Dubito che basti uno (o un milione) di spot per trasformare un uomo in una bestia. A quello ci pensano le famiglie...

Quello a cui, a mio parere, hanno mirato gli ineffabili autori dello spot in questione credo sia in realtà l'assecondare le fantasie maschili più comuni: tempo libero, un lavoro "appagante", e donne che capiscano le loro manie senza rompere troppo. Il ventenne "folgorato", più che come un "campione" ne esce come un comunissimo giovane sfigato moderno (lavoro mortificante, vita frenetica e donne esigenti e ossessive) al quale viene dato ad intendere che basta poco per mandare a quel paese tutti gli impedimenti ad una vita piena e soddisfacente. Che il consumo è una valvola di sfogo alla sua frustrazione di ometto privato di ogni altra forma di potere.

Se questo spot è in qualche modo sessista, a mio parere lo è nei confronti degli uomini, non delle donne...

Monica ha detto...

Lo stereotipo sessista non è a favore o contro, dipinge una realtà che non rende giustizia ad un genere quanto all'altro.
Ma ti sei chiesto perché inserisci in automatico tra le fantasie maschili più comuni: avere "donne che capiscano le loro manie senza rompere troppo"? Chi stabilisce che una donna ROMPE spesso per il solo fatto di esistere e richiedere rispetto?
Chi ha stabilito che queste fantasie comuni, come le definisci, siano proprio reali, quasi fossero iscritte nel patrimonio genetico del maschio e che invece non siano il risultato di un condizionamento culturale e mediatico; non potrebbe un uomo avere come desiderio quello di avere a fianco una donna talmente in gamba e ROMPI da offrirgli ogni giorno in più con lei elementi di crescita ed arricchimento, tanto che senza la vita sarebbe noiosa?
Potrebbe essere il sogno di un uomo il trovare una compagna con cui passare con amore e rispetto il resto della propria vita?
Potrebbe desiderare un lavoro appagante e non il week end che inizia il mercoledì e dormire e dormire, come dice il nostro eroe?
So bene che l'eroe non ne esce bene ma conferma il luogo comune che nel tuo commento riproponi: Donne esigenti e ossessive in luogo di donne sempre pronte a dire Sì.
E' qui il nocciolo del problema.

zajanarchy@hotmail.com ha detto...

Naturalmente è solo uno spot a veicolare messaggi sessisti,e non ne è la fonte pricipale, ma concorre, assieme a molti messaggi subdoli, ad alimentare un senso comune che già contiene queste forme di pensiero, anche perchè non trae dal nulla, ed il suo target proprio in chi nutre tali speranze, quali quelle di una donna che non dica mai di no: è un'affermazione grave, chiedere a qualcuno di assecondarci in tutto, chiedere a qualcuno di annullarsi completamente per qualcunaltro: è questo amore? Ancora più grave è che si colpisca la categoria femminile in questo,perchè diventa l'aspirazione ad una sudditanza di genere, e ne è evidente la gravità e l"anacronismo". Ha ragione Pietro quando dice che il consumo è una valvola di sfogo, gli autori sicuramente vanno a giocare su tutto un target di consumatori che aspirano a consumare anche le donne, come fossero merci, corpi nudi da spiaggia in quantità, ed assertività coatta di sudditanza.
Pietro ha ragione anche quando dice che questa pubblicità è offensiva nei confronti della categoria maschile: disegnare gli uomini come sognatori di donne inermi e passive,assertive(che non dicono mai di no per definizione) e prive di identità è profondamente offensivo per gli uomini!