venerdì 20 luglio 2007

ESEMPI DI CIVILTà

Torino - Una recita scolastica, prevista in una classe terza della scuola media Manzoni di Nichelino, è saltata perché a pagina 4 del copione si legge la parola \'lesbica\': «Secondo il preside è una parolaccia» spiega il sociologo Marco Grilli, incaricato dall\'assessorato all\'Istruzione di collaborare con i ragazzi per la stesura del testo a cui ha lavorato per un intero anno. «Ha detto all\'insegnante di riferimento che secondo lui il tema è troppo forte per i ragazzi di terza media, avrebbero potuto reagire male. È assurdo che nel 2007 ci siano ancora ragionamenti medioevali di questo tipo. Anche perché sentirsi trattato come uno che vuole provocare quando invece l\'obiettivo era parlare di temi attuali, senza offendere il pudore di nessuno, mi è sembrata anche un\'offesa bella e buona allo specifico ruolo del teatro che deve aiutare a creare informazione e cultura della tolleranza. Siamo tornati indietro. I ragazzi ci sono rimasti malissimo. Da attori si sono trasformati in protagonisti della storia. Ci credevano tanto in questo progetto, si vedevano per tre ore a settimana col sostegno di un\'insegnante. Mi avevano detto che l\'episodio narrato era accaduto ad alcune loro coetanee e volevano sensibilizzare la gente su un tema attuale e grave allo stesso tempo». La pièce racconta infatti di due ragazze omosessuali che d\'estate si ritrovano in un hotel al mare. Entrambe respingono la corte insistente di due giovani conosciuti nell\'albergo e quando la donna delle pulizie scopre alcune foto che provano il rapporto intimo tra le donne scoppia uno scandalo. «È gravissimo che chi è tenuto a occuparsi della formazione dei giovani adotti un linguaggio intriso di bullismo e omofobia» sostiene Roberta Padovano del Comitato Torino Pride che ha chiesto un incontro con l\'Ufficio Scolastico Regionale. «Crediamo profondamente nel valore del dialogo e del confronto per superare anche il più accanito dei pregiudizi e domanderemo anche al preside di Nichelino di incontrarci: ma a patto che prima legga e studi qualcuno almeno dei romanzi o saggi che le biblioteche pubbliche della nostra provincia mettono a disposizione. Scoprirà così che le lesbiche non sono delle parolacce ma persone che hanno molto da insegnargli».

Nessun commento: