dal sito de "L'Unità"
articolo di Delia Vaccarello
Dalle nove di sera in poi il marciapiedi antistante alle rovine di via San Giovanni in Laterano è già una passerella. Due ragazze puntano diritto all´ingresso del locale, entrano, scelgono un tavolino vicino all´uscita e vanno a prendere al banco mescita una birra. E´ gelata. Dopo il primo sorso, i volti si avvicinano, e le due giovanissime bevono l´una dall´altra un bacio al gusto intrigante e amaro del luppolo. Fuori il tramonto, che poco prima arrossava il cielo contro gli alberi di Colle Oppio, ha lasciato posto a pennellate di lilla. I pellegrini della birra arrivano al coming out, il locale glbt di roma "aperto tutto il giorno" (dalle 18 alle 4 del mattino) ma che si anima a sera, cuore pulsante della gay street romana. Il nome "coming out" invita. In inglese significa letteralmente "uscire dall´armadio a muro" ma vuol dire venir fuori, mostrarsi, non far mistero della propria omosessualità. C´è scritto anche nella tesserina che danno agli avventori: una striscia con i colori rainbow, quelli delle bandiere gay, in grigio "coming out" e poi due volti simili, sovrapposti l´uno all´altro, senza bocca né occhi. Vieni dal grigio e nasci ai colori dell´arcobaleno solo se fai "coming out". E´ quanto avviene in questo locale fortunato, senza luci sparate, con le barman che spesso non "sanno a chi dare i resti" come si dice a Roma, tanta è la ressa. Le occasioni sono tante: la messaggeria, il Karaoke, la musica dal vivo, l´elezione di miss gay e miss lesbica. Fuori, intanto, il marciapiedi straripa di giovani dai jeans strappati, con le canotte bianche alla moda gay, i capelli rasati, o lustrati col gel. Ragazzi, teneri, magri, un po´ vezzosi, spesso molto belli. Oppure palestrati. In inverno ricoperti di pelle dalla testa ai piedi, come vuole la tendenza leather, oggi con le magliette trasparenti. Ci sono anche i tanti che vogliono stupire, tra questi un tizio alto, dal profilo affilato, che tiene adagiato sulle spalle larghe un micetto. Anche le ragazze sono numerose: truccate o dalle mosse mascoline oppure, ancora, con un look da "femme", e cioè da giovani donne come tante, magari con qualche effetto in più. Adolescenti e over venti che potresti incontrare sul bus o al supermarket, che però si amano tra loro. E chi si ama, si bacia. Di baci gay sotto l´imponente mole del Colosseo ne schioccano tanti, e non da ora. Consuelo viene da Napoli: "Mi ricordo ancora la sera del pride, il corteo passava da qui per andare a San Giovanni, e al ritorno il marciapiedi sotto il Colosseo sembrava una succursale del palco". Aurelio vive a Firenze, è stato due giorni in Versilia, la meta estiva gay, poi è arrivato nella capitale per andare al Village, ma prima è d´obbligo un salto al coming out. "Qui sei tranquillo e incontri un sacco di gente. Ma la storia dei due fermati non ci piace. Devono stare attenti a esagerare, perché gli piazziamo una manifestazione che non finisce più". L´appuntamento è stato già fissato per giovedì sera. L´Arcigay con l´attivissimo Marrazzo ha indetto un bacio collettivo che avrà in prima fila Roberto e Michele, i due denunciati. "Noi ci saremo", dicono Mara e Daniela, che non hanno nessuna voglia di tornare indietro, al tempo in cui anche al Colosseo camminare mano nella mano era un problema. "E poi noi il bacio ce lo siamo già dato, quando nel 2004 c´è stato il kiss to pacs". Erano una delle 1700 coppie che allora si baciarono in piazza Farnese per rivendicare una buona legge per le unioni di fatto e lo stop alle discriminazioni. E di discriminazioni si parla ancora all´ombra del Colosseo, dopo il caso di Michele e Roberto. Il fiume di gente del 16 giugno, parata dell´Orgoglio, aveva mostrato che la città sostiene i diritti dei tanti, e non ha il volto rifiutante del Family day. Ma dopo il fermo per "bacio" si continuerà a parlare di ingiustizia come di una cosa troppo viva. Questi giovani, che a volte ostentano un´aria da modelli, non sono disimpegnati: oltre che di "avventure" o di maturità in alcuni casi alle spalle da pochi giorni, discutono di guerra, di globalizzazione, e, ovviamente, di una legge per gli omosex. Una legge per chi è gay e si ama, che mette su casa anche senza una tutela di stato. E intanto si bacia, dentro e fuori casa.
Pubblicato il: 30.07.07Modificato il: 30.07.07 alle ore 23.31
martedì 31 luglio 2007
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