venerdì 20 luglio 2007

MOSTRA ARTE E OMOSESSUALITà A MILANO TRA POLEMICHE E CENSURA




















Parte la mostra "Arte ed omosessualità" di Milano Sgarbi organizzi una visita guidata per la comunità lgbt. Arcigay sul divieto ai minori di 18 anni: torna l'epoca dei mutandoni al Giudizio Universale. A Palazzo della Ragione fino all'11 novembre





Ufficio stampa Arcigay, 10 luglio 2007
La mostra inaugurata al Palazzo della Regione “Vade Retro. Arte e omosessualità da Gloeden a Pierre e Gillet” è finalmente un primo segnale positivo da parte dell’Amministrazione comunale di Milano nei confronti della cultura e dell’arte omosessuale.
Daniele Buetti - "Is There a Right to Happiness?" - dettaglioAl di là delle polemiche suscitate per il divieto all’accesso della mostra ai minori di 18, a causa di tre opere ritenute blasfeme, crediamo che sia da cogliere il segnale lanciato dall’Assessore alla Cultura Vittorio Sgarbi. In questo senso, l’iniziativa si può inserire in una volontà positiva di confronto e dialogo con l’articolata comunità gay milanese, che ricordiamo è la più importante e numerosa d’Italia.Chiediamo, quindi, all’Assessore e al critico d’arte di fama internazionale di organizzare una visita guidata, accompagnata da lui, rivolta ad una delegazione di esponenti della comunità lgbt nazionale e milanese e di illustri personalità omosessuali che si sono distinte nelle loro professioni e, che hanno reso Milano Capitale nel mondo, in molti settori professionali, sociali e culturali.Aurelio MancusoPresidente nazionale ArcigayPaolo FerigoPresidente Comitato Provinciale Arcigay Milano
Da "La Repubblica" del 10.07.07 - di Stefano RossiTroppo hard la mostra del Comune Sgarbi si pente e la vieta ai minoriMilano, la rassegna su arte e omosessualità voluta dall´assessore. Dal Papa a Sircana nelle foto choc. . Da An ai ds è polemica sull´assessore. Che si difende: "La mia è una Biennale omosessuale"


MILANO - È una mostra organizzata e patrocinata dal Comune, eppure proibita ai minori di 18 anni. Una misura inedita per una iniziativa pubblica. Con il discusso assessore alla Cultura della giunta di centrodestra, Vittorio Sgarbi, è la seconda volta che viene imposto un divieto. Nel caso precedente delle fotografie di Andrés Serrano al Padiglione d´arte contemporanea, per la sezione sui morti in obitorio, era stato allestito uno spazio separato, aperto solo ai maggiorenni. Per Vade retro. Arte e omosessualità da von Gloeden a Pierre et Gilles, invece, è stata disposta un´interdizione assoluta ai minorenni su tutta la rassegna.Le opere esposte al Palazzo della Ragione fino all´11 novembre sono 150 e tutte trattano il tema dell´omoerotismo dalla seconda metà dell´Ottocento fino ai giorni nostri. Solo tre hanno acceso la polemica. La prima è una scultura del Papa con i capelli fermati da una molletta rosa. La seconda un´opera che rievoca l´incontro fra Silvio Sircana, portavoce del Consiglio dei ministri, e un trans con le fattezze di Cristo. La terza una foto di un giovanotto dotato di attributi femminili.Immediata la reazione della comunità omosessuale. Aurelio Mancuso, presidente nazionale dell´Arcigay, non accetta la decisione: «Ci sono opere molto più forti di queste, esposte in musei d´arte moderna e a mostre internazionali, e nessuno le vieta ai minori. Stiamo tornando all´epoca dei mutandoni al Giudizio universale, una restaurazione che dovrebbe preoccupare un critico eccellente come Sgarbi. La censura nei nostri confronti diventa sempre più pesante, questo Paese deve decidere se sta in Europa o con i talebani».C´è chi obietta che certe provocazioni sono gratuite e puntano a un successo di scandalo, nel quale non conta l´opera con il suo contenuto ma la polemica che la circonda. L´arte contemporanea conosce bene le regole della comunicazione e del marketing. «Capisco il dubbio - risponde Mancuso - ma Sgarbi è bravo e mi fido di lui, se ritiene che i lavori siano validi. E poi il messaggio c´è».
Il taglio politico della mostra, Sgarbi non lo nega affatto. Anzi. La definisce «una biennale dell´omosessualità, perché rappresenta la condizione di orgoglio gay, dando spazio ad artisti che mostrano un´etica omosessuale in modo esibito, con qualche provocazione incontenibile», centrata sull´attualità come i Dico e i cortei del Gay Pride.Non a caso il 9 luglio, nel giorno della vernice, il capogruppo dei deputati di An, Ignazio La Russa, è andato in conferenza stampa con l´assessore, correggendo e precisando: «Milano non è chiusa a certe impostazioni ed essere di destra non implica il concetto di omofobia. Pur non condividendo i Dico, sono pronto a lottare contro ogni discriminazione».Ma le contestazioni fioccano a destra come a sinistra. Il capogruppo in Comune di An parla di «magra figura» per Sgarbi, mentre le due anime del Partito democratico sono ugualmente irritate, una per il coinvolgimento del Papa, l´altra per quello di Sircana. Un bailamme che ha accompagnato parecchie delle uscite dell´assessore, che mentre decreta il vietato ai 18 ci sta già ripensando: «Lo spazio espositivo non permetteva di isolare alcune opere, così ho messo il divieto ai minorenni sull´intera mostra, anche se mi rendo conto che la misura è eccessiva. Non ne sono convinto fino in fondo nemmeno io. Chissà. Adesso iniziamo così, poi possiamo sempre cambiare idea».

Nessun commento: