venerdì 20 luglio 2007

MOSTRA DI ARTISTE LESBICHE CENSURATA A BOLOGNA


S.STEFANO REVOCA SPAZI ALLA MOSTRA LESBICA
DI FRONTE A INTENZIONE DI NON RITIRARE L'OPERA SU 10 COMANDAMENTI
(DIRE) Bologna, 22 giu. - Visto che Arcilesbica non accetta di ritirare dalla mostra "Recombinant Women" l'opera che reinterpreta i 10 comandamenti in chiave lesbica, il quartiere Santo Stefano decide, "con rammarico", di ritirare il patrocinio dato alla mostra e l'uso della Sala esposizioni del Baraccano. Insomma, salta la mostra. Lo annuncia Andrea Forlani, presidente del S.Stefano, che oggi ha ricevuto Paola randolini, presidente di Arcilesbica, una lettera in cui si conferma la presenza dell'opera "-10 +10" nella mostra che ieri ha riaperto le polemiche dopo il titolo "La Madonna piange sperma" per l'iniziativa prevista (e poi cancellata) in vicolo Bolognetti. Forlani motiva la sua decisione in una nota in cui spiega che "se quell'opera mi fosse stata presentata per tempo e non avessi dovuto apprenderne notizia dagli organi di informazione, con buona probabilita' si sarebbero evitati reciproci imbarazzi e certamente si sarebbe evitato di aggiungere ulteriori polemiche ad un clima che ritengo ben poco utile per tutti". In questa ottica, tiene a sottolineare cheil quartiere non ha avuto "alcun tardivo ripensamento provocato da chicchessia ne' alcuna sorta di 'autocensura' eterodiretta". Semplicemente nella revoca del patrocinio e degli spazi, si e' applicata "una regola che il Presidente e i Consiglieri di maggioranza si sono dati, che hanno sempre seguito nel loro mandato e che continueranno a rispettare: se l'applicazione e' stata tardiva, la responsabilita' non e' a noi attribuibile". La regola e' quella per cui il S.Stefano non da' il patrocinio ad iniziative che "trattino argomenti religiosi o eticamente sensibili" per "non rimanere coinvolto in discussioni che, travalicando di molto l'immagine di rappresentanza collettiva che un'amministrazione deve sempre tentare di conservare, vanno a toccare sentimenti soggettivi".
(DIRE) Bologna, 22 giu. - La regola del S.Stefano non e' stata fatta valere solo con Arcilesbica, assicura Forlkani: anche istanze di altre associazioni sono state respinte perche' "proponevano eventi su materie concernenti l'ambito religioso con un approccio parziale, quale che fosse la chiave di lettura prescelta". Arcilesbica propose la sua mostra lo scorso ma la proposta che fece "non conteneva, neppure implicitamente, alcuna intenzione in tal senso, cosi' come le opere preventivamente sottopostemi non richiamavano in alcun modo tematiche legate alla sfera religiosa", fa sapere Forlani. Per cui, anche per "valorizzare un'attivita' mirante a contrastare inaccettabili discriminazioni e sofferenze dovute al modo di intendere la propria sessualita'", il S.Stefano diede il patrocinio. Poi ieri, il "fattaccio": la scoperta dell'opera "-10 +10" di Migi Pecoraro, che "muta completamente il senso dell'iniziativa e si inserisce in un contesto dal quale un'Istituzione e' opportuno si tenga estranea", dice Forlani. Mess in chiaro le cose, il presidente del S.Stefano aggiunge che "alcuni comportamenti non aiutano il rapporto fra associazioni e amministrazioni pubbliche". Da "cittadino laico", aggiunge di non riuscire a "comprendere il motivo per cui, allo scopo di far valere proprie posizioni ed idee assolutamente legittime si debbano utilizzare immagini e simboli che per altre persone appartengono alla sfera del Sacro e, come tali, sono assolutamente intangibili".
(Com/Red/ Dire) 15:31 22-06-07
Apc-CHIESA/ GARAGNANI: BLASFEMA MOSTRA LESBICA SU 10 COMANDAMENTI E' il momento di reagire, attacco sistematico a cristianesimo
Roma, 22 giu. (Apcom) - "Di fronte alla mostra patrocinata dal quartiere `Santo Sfefano` di Bologna, che interpreta in chiave lesbica i Dieci Comandamenti, e che fa seguito all`interpretazione blasfema della Madonna, non si può più pensare a fatti occasionali ma ad una strategia precisa volta a colpire il cristianesimo in quanto tale, con un`opera di denigrazione sistematica che prende di mira non solo la fede dei credenti, ma la tradizione e la cultura del popolo italiano". Lo afferma Fabio Garagnani, capogruppo di Forza Italia in commissione Cultura alla Camera. "Spiace constatare che Bologna, ancora una volta, sia la`capofila` di queste assurde manifestazioni - dice in una nota - che non hanno nulla di culturale o di creativo, ma tendono a mettere in ridicolo, o piuttosto a colpire pesantemente, i simboli della fede cari a tanti italiani e bolognesi. Non è in discussione la liberà dell`artista, (ma non credo si tratti di arte in questo caso), o della libertà di chiunque di manifestare liberamente il proprio pensiero, ma il rispetto di elementari regole di convivenza civile e del sentimento religioso di tanta parte dell`opinione pubblica, che si sente quotidianamente vilipesa nei suoi più intimi convincimenti"."Credo che, a questo punto, occorra una reazione di tutti coloro, cattolici e laici, che ritengono non possa essere messa a repentaglio la pace religiosa nel nostro paese e della nostra città con iniziative di dubbio gusto. Nel caso di Bologna è evidente che una certa sinistra anticlericale sta condizionandoin modo di fatto eversivo le istituzioni che dovrebbero essere almeno neutrali in vicende come queste. Si ha invece l`impressione - sostiene Garagnani - di un gioco delle parti. Non basta più l`ennesima presa di distanza ex-post, occorrono atti concreti e in questo caso ritengo che sia opportuno l`intervento della Magistratura in quanto determinati articoli del codice penale, precisamente 403 404 e 405, puniscono l`offesa al sentimento ed alla tradizione religiosa. Per quanto mi riguarda - conclude - farò la mia parte. Presenterò una risoluzione in commissione e procederò per vie legali".
Apc-GAY/ MOSTRA LESBICA A BOLOGNA SU 10 COMANDAMENTI, E' POLEMICA Condanna da Lega Cattolica Antidiffamazione
Roma, 22 giu. (Apcom) - Scoppia una nuova polemica a Bologna.Dopo l'annuncio della mostra 'La Madonna piange sperma', annullata successivamente per vilipendio alla costituzione, oggi l'associazione Arcilesbica di Bologna ha annunciato l'inaugurazione della mostra sui Dieci Comandamenti in chiave lesbica, il 24 giugno col patrocinio del Consiglio di Quartiere Santo Stefano. La Lega Cattolica Antidiffamazione chiede al Consiglio di
Quartiere "la revoca immediata del patrocinio" e "richiama inoltre l'attenzione delle Istituzioni e dei cittadini sull'inquietante 'filo rosso' che lega la sequenza delle provocazioni blasfeme delle ultime settimane: lo spettacolo Messiah game della Biennale di Venezia, la mostra La Madonna piange sperma di Roma e Bologna, la mostra Vade retro. Arte e omosessualità di Milano, ed ora nuovamente Recombinat women a Bologna". "L'attacco alla civiltà cristiana, e indirettamente l'offesa alla Legge mosaica comune ad Ebraismo ed Islam, conferma ancora una volta l'indole anticattolica della lobby gay, la quale monopolizza politicamente e ideologicamente la voce degli omosessuali italiani e pare incapace di cogliere la gerarchia dei valori condivisi dal mondo occidentale", scrive ancora la Lega Cattolica Antidiffamazione. "Al di là della ferma condanna per l'ennesima offesa al cristianesimo - commenta Pietro Siffi, Presidente della Lega Cattolica Antidiffamazione - è necessario che emerga il dissenso all'interno della comunità gay: inutile pretendere rispetto per sé, quando si colpiscono i cattolici nella loro fede e nei loro sentimenti più sacri. E ci si guardi bene - conclude - dall'accusare la Chiesa di verticismo, quando è chiarissimo che la maggioranza degli omosessuali subisce passivamente i diktat di un manipolo di provocatori".
Red/Ssa
BOLOGNA: COMANDAMENTI SAFFICI AL BARACCANO, NUOVA POLEMICA
LEGA, ANCORA UN IGNOBILE ATTACCO ALLA CHIESA E ALL'INTERA CRISTIANITA'
Bologna, 22 giu. - (Adnkronos) - Stampe che riproducono le tavole dei Dieci Comadamenti cristiani, ma rivisitati in chiave omosessuale. E' il cuore della mostra 'recombinant women', promossa da Arcilesbica nelle sale del baraccano a Bologna. Ed e' di nuovo polemica, mentre sotto Le Due Torri ancora si discute di un altro appuntamento offensivo della cristianita' annunciato e poi revocato: 'La Madonna piange sperma'. "Ancora un ignobile attacco alla Chiesa e all'intera cristianita'" ha definito Maurizio Parma, capogruppo regionale della Lega Nord, l'opera dal titolo 'Meno dieci, piu' dieci'. "Riscrivere in chiave lesbica i dieci comandamenti - sottolinea Parma - significa dimostrare di non avere alcun rispetto per l'intera cittadinanza e, in particolare, per la religione cristiana che troppo spesso, a Bologna, e' oggetto di evidenti attacchi e pesanti offese. Inoltre vorrei ricordare, che tale mostra, come anche 'La Madonna piange sperma', ha ricevuto il patrocinio del Quartiere e del Comune". "E' sconcertante - aggiunge - l'atteggiamento degli esponenti della Margherita che si definiscono cattolici, ma rimangono all'interno di una maggioranza che non dimostra alcun rispetto nei confronti della cristianita'". "Mi associo - conclude l'esponente del Carroccio - alla domanda posta da Monsignor Ernesto Vecchi al Comune di Bologna: chissa' se Palazzo d'Accursio avrebbe concesso il patrocinio se si fosse trattato dell'Islam".(Mem/Zn/Adnkronos)
22-GIU-07 15:34
ARCILESBICA BOLOGNA: "SENZA QUELL'OPERA NIENTE MOSTRA". Non si possono accettare discriminazione e censura su una mostra che ha come scopo sostenere chi è discriminata
A proposito della mostra a sostegno della Linea Lesbica "Recombinant women", prevista dal 24 al 30 giugno presso il Quartiere Santo Stefano, ArciLesbica Bologna ribadisce la sua posizione. A fronte della nostra volontà di allestire la mostra con tutte le opere selezionate dalle artiste, compresa l'incriminata "-10+10", il Quartiere ci ha risposto negativamente, ritirando il suo patrocinio e la possibilità di esporre al Baraccano.
Il Quartiere ci aveva chiesto di esporre ugualmente, senza l'opera di Migi Pecoraro, considerata "scomoda", dopo lo scalpore suscitato in conferenza stampa. Sarebbe stato un paradosso etico accettare questo compromesso: non è ammissibile che una mostra d'arte organizzata per dare visibilità a un servizio contro la discriminazione e il disagio delle lesbiche, sia a suo volta oggetto di discriminazione e censura e, se possibile ancora peggio, li accetti passivamente.
È importante chiarire che durante l'organizzazione della mostra ci era stato chiesto di far visionare alcune opere delle pittrici che avevamo selezionato, a puro titolo di esempio; questo perché il Presidente e i consiglieri si potessero rendere conto del loro valore e delle loro modalità di espressione artistica. La decisione del Quartiere Santo Stefano di ritirare il suo patrocinio si inserisce in un clima diffuso nella nostra città, per cui è difficile esprimersi liberamente su tante, troppe questioni.
A Bologna non c'è la serenità necessaria per affrontare tematiche che esprimono la diversità e manca la libertà per potersi esprimere senza essere considerate blasfeme e offensive. La curia, che si sta progressivamente trasformando in ente politico, detta diktat precisi, a cui il mondo politico, in gran parte prono, non si sottrae. Sono lontani i tempi in cui l'allora sindaco Imbeni concesse - primo caso in Italia - al Circolo di cultura omosessuale 28 giugno lo spazio di Porta Saragozza. Nella difesa delle libertà e dei diritti civili, 25 anni fa Bologna era più all'avanguardia di oggi.
Non c'è alcuna offesa nell'opera tanto osteggiata, che non merita le parole che si sono sprecate sulla stampa. Questo, a meno di non voler deliberatamente censurare la libera espressione di un'artista laica. Artista che ha inteso manifestare la propria arte, la propria personale riflessione critica, in un paese e in una città che si dicono laici. "Bologna è sempre stata nel panorama italiano una città-laboratorio, dove la sperimentazione sociale e la libera espressione di sé sono state storicamente considerate un arricchimento per tutte/i le/i cittadine/i" spiega Elisa Manici, vicepresidente di ArciLesbica Bologna. "Anche se sempre più spesso le istituzioni non recepiscono più la vivacità della città come un fattore positivo, noi non retrocederemo di un passo dalla nostra posizione contro ogni forma di repressione a qualunque livello, contro la censura delle soggettività artistiche che propongono riflessioni critiche su elementi culturali massicciamente presenti nella nostra società, e che incidono sulle nostre esistenze, indipendentemente dal fatto che si sia credenti o meno".
ufficio stampa ArciLesbica Bologna
RECOMBINANT WOMEN: PARLANO LE ARTISTE Domani la mostra inaugurerà simbolicamente al Cassero
La mostra Recombinant Women, oggi al centro delle polemiche, è stata preparata da quattro artiste con l'intento di sostenere la Linea Lesbica, servizio di counseling che ArciLesbica Bologna offre alla città, contro la discriminazione e la censura.
Il nostro rifiuto di censurare il lavoro di una delle artiste ha ricevuto come risposta la revoca del patrocinio da parte del Quartiere Santo Stefano. O meglio, a seguito delle richieste del Quartiere, ArciLesbica Bologna non ha accettato di presentare una mostra censurata.
Questo grave atto di censura è un forte attacco alla comunità LGBT. Non certo l'unico, ma l'ultimo di una lunga lista di attacchi contro il diritto alle libertà di espressione, esistenza, amore e coppia.
Secondo quanto afferma larga parte delle gerarchie ecclesiastiche, dettando la linea da tenere anche al mondo politico, noi lesbiche, gay, transessuali non possiamo mostrare i nostri volti perché diveniamo oggetto di discriminazione e di violenza, verbale e non solo. Non possiamo chiedere diritti per le nostre coppie (che già esistono e crescono) perché non siamo una vera famiglia e perché il nostro è un "rapporto sterile", non possiamo comunicare il nostro amore perché siamo un'"unione debole", non possiamo comunicare attraverso l'espressione artistica le nostre riflessioni critiche, perché siamo blasfeme e offendiamo la religione.
"Tutte le forme artistiche sono passibili di censura. Perché l'arte crea, distrugge, reinterpreta, offre nuove visioni del mondo, della realtà. L'arte è la massima espressione della libertà individuale che utilizza tutto ciò che lo circonda per generare il nuovo. L'arte talvolta è shock, è provocazione, rottura delle regole scritte e/o assodate. L'arte è l'essere nel mondo con il mondo" dichiarano in una nota le altre tre artiste della mostra Maria Grazia Setzi, Raffaella Vischi e Dora Bella, insieme alla coordinatrice Anna Maria Mucciarelli.
"L'aspetto che colpisce sulla polemica nata in questi giorni a proposito della mostra Recombinant Women - continuano - non è tanto che si discuta delle opere proposte dalle artiste, ma piuttosto che si prenda spunto dall'opera di una sola per proseguire nella marcia moraleggiante e clericale iniziata da tempo a Bologna. Cosa hanno di tanto scandaloso, blasfemo, offensivo le tavole di Migi Pecoraro, al centro della discussione del momento, che propongono una personale visione delle leggi etiche da adottare? Qualsiasi scrittura può essere oggetto di interpretazioni diverse e soggettive. Allo stesso modo l'arte non propone una visione univoca, ma è ricca di significati/significanti che trovano molteplici interpretazioni nell'occhio di chi osserva. Non è nell'intento dell'artista prevedere le ripercussioni che può avere l'esposizione al pubblico della propria opera. È censura attribuire significati univoci, probabilmente differenti da quelli sentiti dall'artista, è censura fare in modo che dei possibili significati diventino gli unici significati possibili. La visione di un'opera d'arte apre ventagli di possibilità ipotetiche, reali, false, immaginarie. Crea e distrugge per far riflettere, interpretare, ricreare".
"Quanto accaduto va ben oltre l'episodio che mi riguarda, ed è evidente sintomo di una deriva politica e culturale che sembra oramai essersi completamente votata al totalitarismo culturale assoggettato alla cecità e all'ottusità delle istituzioni cattoliche" - afferma Migi Pecoraro, autrice dell'opera censurata. "Sono innumerevoli gli esempi di artisti la cui opera e la cui vita sono state oggetto di incontenibile repressione in ogni luogo del globo terrestre, ma l'arte dovrebbe essere per sua natura anarchica e libera, anche quando è politicizzata, anche quando si confronta con le problematiche sociali, anche quando esiste e si sviluppa dentro le istituzioni e con il sostegno di queste riesce a portare avanti la propria visionarietà" continua l'artista.
"Per questo la repressione ha in ogni luogo ottenuto l'effetto contrario, stimolando e rafforzando maggiormente l'impeto creativo e l'immaginario degli artisti. "L'altra guancia" dell'artista censurata è la sua opera, che grazie anche alle tecnologie moderne è e sarà sempre più in grado di superare tutti i confini imposti dalla miopia, dalla miseria e dalla pochezza di entità il cui comportamento risulta essere sempre più contraddittorio, paradossale e lesivo dei diritti fondamentali di espressione di pensieri e culture altre".
La nostra lotta contro tutte le forme di discriminazione va avanti a testa alta, e la risposta alla censura sarà l'inaugurazione simbolica della mostra presso il Cassero di via don Minzoni, domani alle 20.30.
L'AUTRICE DELL'OPERA "INCRIMINATA"
Care tutte,
innanzitutto ringrazio le compagne dell'Associazione Arcilesbica per la solidarietà immediata che mi hanno dimostrato in questa assurda occasione, che, nel suo significato politico, va ben oltre l'episodio che mi riguarda, essendo evidente sintomo di una deriva politica e culturale che sembra oramai essersi completamente votata al totalitarismo culturale assoggettato alla cecità e all'ottusità delle istituzioni cattoliche.
All'indomani della conferanza stampa di presentazione della mostra collettiva "RECOMBINAT WOMEN", organizzata dalla Linea Lesbica (Arcilesbica) come forma di auto-finanziamento, tenutasi giovedì 21 giugno, gli articoli pubblicati sulle pagine locali, (La Repubblica, Il Corriere della Sera, Il Resto del Carlino, Il Domani di Bologna), dai giornalisti che mi avevano intervistata e che avevano visionato i bozzetti di uno dei miei due lavori, dal titolo "- 10 + 10", hanno scatenato la paura e la conseguente decisione del dott. Andrea Forlani, presidente del quartiere Santo Stefano (Bologna), di imporre al comitato organizzatore il ritiro immediato della mia opera, minacciando di far decadere il patrocinio sulla mostra medesima e la disponibilità della sala espositiva (Sala del Baraccano). L'associazione Arcilesbica ha convenuto di cancellare tutto l'evento in segno di protesta e di solidarietà di fronte a questo ennesimo atto censorio, in attesa di trovare una sede alternativa il più presto possibile.
Si sa bene che la cultura all'interno della società (italiana e non), a cominciare dall'ambito artistico, è sempre stato un obiettivo tra i più temuti e quindi controllato, strumentalizzato e vittimizzato, da parte delle istituzioni forti che si sono avvicendate da...qualche secolo a questa parte. La mia sorpresa è stata relativa, specialmente nel momento in cui ci si confronta con la sfera dei dogmi religiosi. Abbiamo innumerevoli esempi di artisti la cui opera e vita è stata oggetto di incontenibile repressione in ogni luogo del globo terrestre, ma l'arte dovrebbe essere per sua natura anarchica e libera, anche quando è politicizzata, anche quando si confronta con le problematiche sociali, anche quando esiste e si sviluppa dentro le istituzioni e con il sostegno di queste riesce a portare avanti la propria visionarietà.
Per questo motivo la repressione ha in ogni luogo ottenuto l'effetto contrario, stimolando e rafforzando maggiormente l'impeto creativo e l'immaginario degli artisti. "L'altra guancia" dell'artista censurata è la sua opera, che grazie anche alle tecnologie moderne (Walter Benjamin docet) è e sarà sempre più in grado di superare tutti i confini imposti dalla miopia, dalla miseria e dalla pochezza di entità il cui comportamento risulta essere sempre più contraddittorio, paradossale e lesivo dei diritti fondamentali di espressione di pensieri e culture altre. Mariagrazia "Migi" Pecoraro

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