venerdì 24 agosto 2007

SALVIAMO PEGAH EMAMBAKHSH DAL BOIA, ACCOGLIAMOLA IN ITALIA

Firma la petizione

Scritto da Redazione no more word
venerdì 24 agosto 2007

In un momento nel quale il mondo è attraversato dalla tentazione di stringere il cappio della lotta al terrorismo intorno al fragile collo dei diritti umani colpisce come paesi considerati esempio nella difesa dei diritti possano prendere una così drammatica decisione come quella presa dal governo inglese di rispedire Pegah Emambakhsh, la ragazza iraniana “colpevole” di essere lesbica di cui parliamo in questo articolo, in Iran dove rischia la pena di morte.
Noi ci opponiamo con forza a questa logica della “rinuncia ai diritti in cambio di meri interessi” e chiediamo al Governo italiano di farsi carico “per ragioni umanitarie” di Pegah Emambakhsh e di chiedere alla Gran Bretagna che la ragazza venga imbarcata prima possibile su un aereo per Roma. E’ arrivato il momento di ribadire con forza il concetto che certi atteggiamenti volti al calpestamento dei diritti umani sanciti dalla dichiarazione universale non possono più essere tollerati in un paese che si dichiari essere civile.

L’inciviltà dimostrata in questo caso dalla Gran Bretagna è pari solo a quella dei mullah iraniani e rende il governo inglese complice attivo delle leggi antidemocratiche vigenti in questo momento in Iran. Il fatto che non venga riconosciuto a Pegah la condizione di richiedente asilo non solo è un atto contro la Convenzione delle Nazioni Unite sui rifugiati (firmata anche da Londra) ma è un atto di estrema crudeltà civile in quanto si conosce il destino che attende la ragazza una volta arrivata a Teheran.
Per questo lanciamo una petizione online per chiedere al governo italiano di provvedere con urgenza a richiedere a Londra la custodia di Pegah Emambakhsh per ragioni umanitarie, chiediamo all’Italia di farsi portavoce dei diritti umani. Se la Gran Bretagna non la vuole ce la prendiamo noi in barba agli editti e alle fatwe. Vogliamo che venga riconosciuto a Pegah Emambakhsh il diritto di essere lesbica e di vivere una vita normale.
Le firme raccolte verranno inviate (usando la tecnica ormai collaudata con la vicenda di Kassim Britel) in un CD al Ministero degli Esteri Italiano, al Foreign Office inglese e al Consiglio dei Diritti Umani dell’Onu a Ginevra.


Per aderire alla petizione clicca qui


Alle 15 abbiamo superato le 1.600 adesioni

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